CONSIGLI NUTRIZIONALI PER I PAZIENTI CON TUMORE DEL RENE

I reni rappresentano i principali organi di regolazione ed escrezione. La funzione principale dei reni è filtrare il sangue ed espellere le scorie cioè i prodotti di rifiuto e l’eccesso di acqua.

Nei pazienti monorene (che hanno subito asportazione di un rene per tumore), la funzionalità renale potrebbe essere compromessa. Ne consegue che il rene controlaterale deve lavorare il doppio. In questi pazienti si raccomanda di seguire una nutrizione adeguata anche durante la somministrazione di terapia medico oncologica specifica. Le indicazioni nutrizionali devono essere personalizzate e calibrate su misura per ogni paziente, in base alla funzionalità renale (verificata con specifici esami valutati dal vostro medico). In linea generale, possiamo fornire alcuni consigli sul tipo di alimentazione da seguire, e su quali macronutrienti (carboidrati, lipidi e proteine) e micronutrienti (vitamine e minerali) porre l’attenzione, così da non compromettere ulteriormente la funzionalità del rene.

E’ necessario controllare:

  1. CONTENUTO PROTEICO
  2. CONTENUTO DI SODIO
  3. CONTENUTO DI POTASSIO
  4. CONTENUTO DI FOSFORO

Il contenuto proteico va valutato attentamente in base al livello di insufficienza renale che potrebbe essersi instaurato. ll medico indicherà la quantità di proteine in grammi che il paziente giornalmente dovrà assumere. Le proteine sono presenti principalmente in carne, pesce, latticini, uova, legumi, tofu, ma anche in frutta secca, cereali, semi e verdure. Poiché le proteine sono spesso presenti negli alimenti, è necessario calcolare adeguatamente il loro introito, così da non rischiare di assumerne in eccesso.

Se la funzionalità renale è compromessa, è consigliato mantenere sotto controllo l’introito di sodio. E’ necessario quindi stabilire accuratamente l’apporto di sodio che non provochi nel paziente sovraccarico, né diminuzione di apporto necessario. Il sodio (definito sodio non discrezionale) è presente in tutti gli alimenti, quindi dovremmo ridurre il sodio così detto discrezionale, cioè quello che viene aggiunto nelle preparazioni culinarie e/o a tavola. Una dieta iposodica prevede quindi di escludere alimenti conservati in scatola o per salatura, e scegliere quelli con un minor contenuto di sodio.

In presenza di malfunzionamento renale, anche il contenuto di potassio deve essere controllato, così da non far aumentare eccessivamente i livelli di questo microelemento nel sangue. Secondo i LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti), per gli adulti sani, il livello di assunzione raccomandata è 3,9 g/die. In base al grado di insufficienza renale e ai livelli di potassemia, il medico suggerirà il corretto livello di assunzione di potassio. Il potassio si trova in moltissimi alimenti, ma sicuramente verdura e frutta rappresentano le fonti principali. Il contenuto di potassio negli alimenti si riduce notevolmente quando gli alimenti vengono tagliati in piccoli pezzi e cotti in abbondante liquido (quest’ultimo diventerà invece ricco di potassio). Le cotture a vapore, forno microonde e pentola a pressione, mantengono abbastanza inalterato il contenuto di potassio (a differenza della cottura in acqua).

Per quanto riguarda l’introito di fosforo, i LARN raccomandano di assumerne 700 mg/die alla popolazione adulta sana. Come per il potassio, nei pazienti con neoplasia renale è necessario valutare ogni singola situazione, per determinare la corretta dose giornaliera. Le concentrazioni più elevate si riscontrano nei semi di cereali (11 mg/g nel germe di grano) e legumi (da 3 a 6 mg/g). Altre fonti di fosforo sono uova, carne bianca, pesce, cereali (circa 1-2 mg/g), latte (circa 0,9 mg/g) e verdure (0,4 – 0,7 mg/g).